domenica 30 marzo 2008

giovedì 27 marzo 2008


Sfoltimento post rivaso

Se è vero che per le latifoglie allo sfoltimento delle radici deve sempre corrispondere una riduzione della chioma per limitare lo stress di un'apparato radicale insufficiente, per le conifere invece è vero il contrario, a causa del diverso metabolismo, una chioma abbondante spingerà la pianta a compensare più rapidamente la perdità. E' bene quindi evitare di sfoltire eccessivamente la chioma di una conifera dopo il rinvaso.

La terra giusta?

Spesso nei forum e nelle schede di coltivazione si trovano fantasie di percentuali relative alle componeti ideali del substrato di questa o quella essenza.
Pare che la cosa sia invece assai relativa, anche se è vero che esistono essenze che amano maggiormente terreni acidi piuttosto che grassi, ed è giusto soddisfare le loro esigenze, per la maggior parte delle essenze il vero fattore determinante in fatto di substrato siamo noi.
Se abbiamo la possibilità di seguire con svariate annaffiature giornaliere le nostre piante durante il periodo estivo, non ci sarà nulla di meglio di un miscuglio di akadama, pomice o lapillo, un substrato drenante che permette alle radici di respirare al meglio.
Se invece il tempo da dedicare alle nostre piante non è l'ideale, conviene aggiungere del terriccio che manterrà l'umidità più a lungo permettendoci maggiore flessibilità con le annaffiature.

mercoledì 26 marzo 2008

Acer Monspessulanum dalla collezione del U.S. National Arboretum

La forma potenziale

Ogni cosa nell'universo è relazionata ad altre, ed è questo stesso rapporto a definire le parti. In natura un albero si relaziona a mote cose, il sole e l'acqua che ne sostengono la vita e verso cui l'albero tende, la terra in cui getta le radici e infine il vento che soffia tra le sue fronde.
Questi singoli elementi plasmano lentamente la forma di un albero, cosicchè due alberi della stessa specie ma in condizioni diseguali possono differire d'aspetto in maniera incredibile.
Quando osservo un giovane albero mi chiedo fino a che punto e in che modo esso potrebbe relazionarsi con l'ambiente per realizzare la sua natura. Ci sono infinite possibilità ma sta all'osservatore/coltivatore trovare la forma da rendere manifesta tra quelle possibili, ed è in quel momento che al sole, l'acqua, la terra e il vento si aggiunge un ulteriore elemento, la cultura.
Quest'ultimo elemento non deve però dimenticare il suo ruolo, la mano dell'uomo deve guidare le mediazioni tra l'abero e l'ambiente, sostenendo o simulando particolari condizioni senza mai perdere di vista l'obbiettivo di rendere manifesto un possibile equilibrio naturale.

martedì 25 marzo 2008

Una citazione per aprire

"Gli alberi ti insegnano a non opporti alla vita, ma ad assecondarla."
Mauro Corona